Questo file è la rielaborazione delle slide 02_Parte2.pdf
Numeri interi
Sull’insieme N sono definite 2 operazione:
- Somma: operazione che ad ogni coppia di numeri associa il numero
- Prodotto: operazione che ad ogni coppia di numeri associa il numero Sull’insieme Z sono definite 3 operazioni:
- Somma e prodotto come definite per N
- Differenza: operazione che ad ogni coppia di numeri associa il numero ∈ Z
- In Z definiamo anche il valore assoluto in questo modo Giuseppe Peano dà una definizione dell’insieme dei numeri naturali in questo modo:
- Esiste un numero naturale 0
- Ogni numero naturale ha un numero naturale successore denotato come
- Non esiste un numero naturale il cui successore è 0
- Numeri naturali distinti hanno successori distinti
Introducendo la funzione successore (S(a)) è possibile definire una relazione di ordinamento sui numeri naturali, questo viene chiamato assioma del buon ordinamento infatti in un generico insieme S esiste un elemento minimo ovvero esiste un elemento s ∈ S tale che s ≤ t per ogni t ∈ S.
Ricordiamo:
- le proprietà fondamentali della somma sono Commutatività, Associatività e Elemento neutro
- le proprietà fondamentali del prodotto sono Commutatività, Associatività, Distributività, Elemento neutro e Elemento zero
- inoltre il calcolo avviene rispettando le priorità degli operatori
Peano introduce anche un altro concetto detto “Principio di induzione” che dice
- Se una proprietà è posseduta dal numero e la proprietà è posseduta anche dal successore di ogni numero naturale che possiede la proprietà P, allora la proprietà P è posseduta da tutti i numeri naturali.
Esempio principio di induzione.pdf
Sia x un numero reale, definiamo i 2 seguenti valori:
- “Floor”: il più grande numero intero minore o uguale ad x
- “Ceiling”: il più piccolo numero intero maggiore o uguale ad x
- Esempi:
Divisione tra interi
Dati due interi , chiamati rispettivamente dividendo e divisore, esistono unici due interi relativi , denominati rispettivamente quoziente e resto, tali che con .
Legenda
a = dividendo b = divisore q = quoziente r = resto
In questo tipo di divisione noi abbiamo 4 casi:
- Nel primo caso assumiamo che il dividendo a ed il divisore b siano entrambi non negativi
- É sempre possibile trovare un unico quoziente e un unico resto tali che:
- come risultato prendo solo la parte intera
- , : e quindi ==1 mod 10 = 1==
- É sempre possibile trovare un unico quoziente e un unico resto tali che:
- Nel secondo caso assumiamo che il dividendo a sia negativo ma il divisore b positivo
- Assumiamo allora che mentre , chiameremo e i risultati del primo caso da cui otteniamo:
- , : per abbiamo e e quindi per a = -1 abbiamo e quindi ==-1 mod 10 = 9==
- Assumiamo allora che mentre , chiameremo e i risultati del primo caso da cui otteniamo:
- Nel terzo caso assumiamo che il dividendo a sia positivo e il divisore b negativo
- Assumiamo allora che e , chiameremo e i risultati del primo caso da cui otteniamo:
- , : per abbiamo e e quindi per b = -10 abbiamo e quindi ==1 mod -10 = 1==
- Assumiamo allora che e , chiameremo e i risultati del primo caso da cui otteniamo:
- Nel quarto caso assumiamo che il dividendo a ed il divisore b siano entrambi negativi
- Adesso assumiamo che e , chiameremo e i risultati del primo caso da cui otteniamo:
- , : per e abbiamo e e quindi per e abbiamo e quindi ==-1 mod -10 = 9==
- Adesso assumiamo che e , chiameremo e i risultati del primo caso da cui otteniamo:
Riepilogando, dati due interi a, b ∈ Z con 0, per trovare quoziente e resto r positivo della divisione a b agiamo così:
- Troviamo il = ovvero il massimo intero tale che e fissiamo . Se poniamo e .
- Se e poniamo e .
- Se e poniamo e .
- Se e poniamo e .
Definizione di divisibilità
Dati 2 interi relativi si dice che m è un divisore di n se esiste un intero relativo tale che n = In altre parole m è un divisore di n se mod è uguale a 0, in tal caso useremo la notazione . Se m non è un divisore di n quindi mod è diverso da 0 usiamo la notazione
- un numero si dice pari
- un numero si dice dispari visto che il resto della sua divisione per 2 è uguale ad 1 esiste un intero k tale che
Dimostrazione per induzione che la somma dei primi n numeri dispari è
- Caso base: n = 1 e la somma in questo caso è proprio
- Caso induttivo: Assumendo che la somma dei primi n-1 numeri dispari è uguale a e un generico numero dispari è definito con: , quindi se aggiungiamo a il numero dispari successivo quindi otteniamo:
- Esempio:
Proprietà della divisibilità
- Somma: Se e allora
- Prodotto: Se allora .
- Transitività: Se e allora
- Quadrato: Se allora
- Dimostrazione: Dato che esiste tale che , quindi questi dimostra che
- Combinazione lineare: Se e allora per ogni
- Dimostrazione: Se allora , se allora ovviamente valgono per ogni e quindi è vero che a | (hb + kc)
- Proprietà del numero 0: Ogni è divisore di 0
- Dimostrazione: abbiamo che quindi
- Antisimmetrica: Siano se e allora ossia
- Dalle ipotesi abbiamo che e . Quindi , raccogliendo a arriviamo ad questo implica che sia oppure che da questo capiamo che:
- Se allora anche b = 0 (perché b = 0x)
- Se allora a o b sono uguali a
- Dalle ipotesi abbiamo che e . Quindi , raccogliendo a arriviamo ad questo implica che sia oppure che da questo capiamo che:
- Divisori banali: Siano a Z allora e
- Avendo che oppure che possiamo affermare che
- Seguendo la definizione capiamo che in questo caso il k che soddisfa le nostre equazioni è k = 1
- Avendo che possiamo dire che 1 è sempre un divisore di
- Avendo che oppure che possiamo affermare che
Minimo Comune Multiplo
Dati si chiama minimo comune multiplo fra a e b un terzo intero positivo m che è il più piccolo multiplo sia di che di , quindi possiamo affermare che e
Massimo Comune Divisore
Dati si chiama Massimo Comune Divisore un terzo intero tale che e cioè è il più grande divisore comune tra e .
Il metodo migliore per calcolare il massimo comune divisore è l’algoritmo di euclide, che si basa su questa osservazione siano e sia (di seguito la dimostrazione per induzione):
- Caso base se b = 0 allora il
- Passo induttivo: visto che con allora = Da questo notiamo che se allora ( sarebbe ) perché abbiamo resto 0 quindi la formula diventa = = . In conclusione se otteniamo che
Dimostriamo che =
- Se è un divisore di e allora esistono e tali che sia un divisore di (la formula base per calcolare è )
- (essendo che r può essere scritto come * un’intero allora è vero che è un divisore di Definizione di divisibilità)
- Se invece è un divisore di e di allora esistono e tali che è un divisore di (ricordiamo che la formula base per calcolare è ):
- = (essendo che può essere scritto come d * un intero allora è vero che è un divisore di b Definizione di divisibilità) Esempio e Quindi . Da questo capiamo che il minimo comune divisore tra 2 numeri può essere calcolato trovando ripetutamente il modulo tra b ed il resto
Siano allora esistono tali che Questo vuol dire che il MCD tra due numeri si può scrivere come una loro combinazione lineare Esempio partendo dall’esempio precedente e andando a ritroso:
Numeri primi e coprimi
Si definisce numero primo un intero che ha come divisori quelli banali ovvero 1 e se stesso. Due numeri si dicono coprimi se quindi esistono tali che (a · h + b · k) = 1
Come conseguenza del seguente teorema abbiamo le seguenti proprietà
- Due numeri interi consecutivi sono coprimi
- Siano tali che con ed coprimi allora
- Abbiamo che però notiamo che infatti ed non sono coprimi
- Siano tali che e se e sono coprimi allora
- Abbiamo che e ma infatti e non sono coprimi
Fattorizzazione degli interi
Ogni intero n > 1 si può esprimere come prodotto di numeri primi positivi ed in modo unico Dimostrazione: la dimostrazione di questo teorema deve essere fatta in 2 passi distinti
- Prima dimostriamo che preso un qualunque n > 1 esiste una fattorizzazione di n;
- Se per assurdo esistessero interi > 1 che non sono prodotto di numeri primi positivi potremmo costruire l’insieme con n che è un numero non prodotto di numeri primi. Per l’assioma del buon ordinamento, dentro questo insieme abbiamo un minimo che chiameremo , non è primo (perché senno sarebbe un prodotto di numeri primi positivi) quindi vuol dire che ha almeno un divisore non banale positivo chiamato , avendo un divisore vuol dire che esiste un intero positivo che che moltiplicato per ci da , e sono prodotti di primi positivi, e quindi anche lo è
- successivamente dimostriamo che quella fattorizzazione è unica
- Se ovvero è la somma dei primi o numeri interi ( e sono gli i-esimi numeri primi ). La dimostrazione che va fatta è che = , di seguito la dimostrazione per induzione.
- Caso base: Se allora è primo, da otteniamo che e
- Caso induttivo: supponendo che sia vera questa tesi per r, dimostriamola per r+1, quindi: , dal caso base sappiamo che è divisore di e che quindi dividendo membro a membro per otteniamo da questo capiamo che e quindi che quindi i fattori coincidono a meno dell’ordine e quindi che sono uguali.
- Se ovvero è la somma dei primi o numeri interi ( e sono gli i-esimi numeri primi ). La dimostrazione che va fatta è che = , di seguito la dimostrazione per induzione.
Teorema di euclide
I numeri primi sono infiniti. Dimostrazione:
- Ipotesi di assurdo: Supponiamo che ci sia un numero finito di numeri primi. Se così fosse, potremmo elencarli tutti. Chiamiamo questi numeri primi , dove , , e così via fino a , che rappresenterebbe l’ultimo numero primo.
- Costruzione di un nuovo numero: Consideriamo il numero definito come il prodotto di tutti questi numeri primi più uno:
- Proprietà di :
- Per costruzione, è maggiore di tutti i numeri primi .
- Inoltre, non è divisibile da nessuno dei numeri primi . Infatti, se dividiamo per uno qualsiasi di questi numeri primi , otteniamo un resto di 1. In altre parole, , per ogni .
- Contraddizione:
- A questo punto, possiamo concludere che o è primo oppure è divisibile da un numero primo non presente nella lista .
- Se è primo, allora abbiamo trovato un nuovo numero primo che non era incluso nella lista originale, il che contraddice l’ipotesi che fossero tutti i numeri primi.
- Se non è primo, allora deve avere un divisore primo che non è nessuno dei , il che ancora una volta contraddice l’ipotesi che siano tutti i numeri primi.
I numeri primi non solo sono infiniti, ma sono anche distribuiti in maniera tale da essere molto frequenti Sia sia il numero di numeri primi minori o uguali ad n. Allora da questo estraiamo la seguente formula: che ci va ad indicare il numero di numeri primi < di n
- per n = 100 stimati
- per n = 1000 stimati
Come verificare se un numero n è primo?
Verificando che non abbia divisore diversi da quelli banali. Ciò può essere fatto in maniera più efficiente se durante la verifica consideriamo i numeri compresi tra 2 e
Crivello di Eratostene
Se abbiamo la necessità di calcolare tutti i numeri primi minori o uguali ad un numero n, possiamo usare il crivello di Eratostene, questi sono i passaggi da seguire:
- Scriviamo in sequenza tutti i numeri naturali compresi tra 2 e n.
- Partiamo dal numero 2 e cancelliamo tutti i suoi multipli
- Ad ogni passo prendiamo il primo numero tra i numeri che seguono e cancelliamo i suoi multipli
- Quando abbiamo cancellato tutti i multipli del numero più grande che sia minore o uguale ci fermiamo. Esempio
Radice numerica
Dato un numero la sua radice numerica di , la denotiamo con ed è la somma delle sue cifre reiterata sono ad ottenere una sola cifra
- e quindi .
Criteri di divisibilità
Esistono delle regole molto semplici per verificare la divisibilità di un numero per un numero
- Divisibilità per 2: un numero è divisibile per se è pari
- 4 è divisibile per 2
- Divisibilità per 3: un numero è divisibile per se la somma delle sue cifre è un numero divisibile per
- 81 = 8 + 1 = 9 è divisibile per 3
- Divisibilità per 5: un numero è divisibile per se l”ultima cifra è o
- 105 è divisibile per 5
- Divisibilità per 7: un numero è divisibile per se è divisibile per
- quoziente della divisione con 10
- resto della divisione con 10
- che è divisibile per 7
- Divisibilità per 11: un numero è divisibile per se è divisibile per 11
- somma dei numeri nelle posizioni dispari
- somma dei numeri nelle posizioni pari
- 2805 quindi con
- che è divisibile per 11
- 2805 quindi con
- Divisibilità per 9: un numero è divisibile per se la sua radice numerica è divisibile per 9, oppure se è divisibile per 9.
- e quindi 198 è divisibile per 9
- Divisibilità per altri numeri primi:
- divide n se è divisibile per
- divide n se è divisibile per
- divide n se è divisibile per
- divide n se è divisibile per
- quoziente della divisione con
- resto della divisione con
- Esempi qui
Dimostrazione per assurdo che non è razionale
Assumendo che esistano 2 numeri naturali e tale che , assumendo anche che sia ridotta ai minimi termini almeno uno dei 2 è dispari. Elevando al quadrato otteniamo essendo il doppio di un altro numero sarà per forza pari, detto ciò anche è pari è quindi esiste un numero tale che da questo avremo allora:
- e quindi che anche è pari visto che questa affermazione contraddice la nostra ipotesi inziale
Aritmetica modulare
L’aritmetica modulare riguarda il calcolo sui resti delle divisioni tra interi rispetto ad un divisore fissato. Ricordiamo la Divisione tra interi e diciamo che con la dicitura n mod m, indichiamo con la base e con il modulo. Fissando un intero relativo , possiamo definire la congruenza modulo in questo modo:
- un intero è in relazione con se e quindi che è un multiplo di . In modo equivalente potemmo dire che è in relazione con se mod = mod
- Se si verificano queste condizioni, la relazione tra a e b si scrive così:
-
- 12 ≡ 9(mod 3) : mod = mod = entrambi per il primo caso del teorema della divisione
-
- Se non si verificano queste condizioni, la relazione tra a e b si scrive così:
-
- infatti mod = mentre mod =
-
Da tutto ciò notiamo che per ogni ed ogni abbiamo che:
-
- se risolvi si capisce in modo intuitivo la proprietà
La relazione di congruenza è una relazione di equivalenza e ciò implica che abbiamo un infinità di relazioni di equivalenza, di seguito la dimostrazione:
- Riflessiva: per ogni è vero che perché essendo che e è divisibile per qualsiasi numero anche è divisibile per qualsiasi numero (Ricordiamo che la congruenza è vera se (questa formula è importante per tutte le spiegazioni successive) dove in questo caso )
- Simmetrica: Se allora per qualche e quindi, moltiplicando per otteniamo ossia
- Transitiva: Se e b ≡ abbiamo che esistono tali che = e . Sommando membro a membro le ultime due uguaglianze otteniamo: e quindi .
Classi di equivalenza definite dalla congruenza
- Congruenza modulo 0: se e solo se ovvero quindi se
- Tutte le classi di equivalenza create dalla congruenza modulo 0 sono delle classi contenenti un solo elemento (ovvero quello preso in esame)
- In questo caso la classe di equivalenza di è {}
- Tutte le classi di equivalenza create dalla congruenza modulo 0 sono delle classi contenenti un solo elemento (ovvero quello preso in esame)
- Congruenza modulo 1: se e solo se ovvero è multiplo di 1
- Essendo che ogni numero è multiplo di 1 la classe di equivalenza creata dalla congruenza modulo 1 contiene tutti gli interi
- Congruenza modulo 2: se e solo se ovvero è un numero pari
- Se è pari abbiamo che e quindi che e quindi anche è pari
- Se è dispari abbiamo che e quindi che e quindi anche è dispari
- Le classi di equivalenza create sono 2 una con tutti i numeri dispari e una con tutti i numeri pari Dato un intero m >= 0 indicheremo con la classe di rappresentata dall’intero nella relazione di congruenza modulo ovvero:
Teorema Fissato un intero m > 1 le sue classi di equivalenza sono: Dimostrazione Sia e sia il resto della divisione intera di per , ovvero, applicando l’algoritmo di divisione
- con . Dal momento che abbiamo che . Quindi, dal momento che può assumere solo i valori che vanno da a le classi di equivalenza sono solo quelle dell’enunciato del teorema.
Dimostrazione che le classi sono distinte Ragioniamo per assurdo e supponiamo che esistano , e , tali che = . Senza perdita di generalità supponiamo che . Dall’ipotesi possiamo scrivere cioè è un multiplo di . Da e segue che , che è una contraddizione visto che non esistono multipli di m in tra e .
Sia (congruenza modulo ). Le classi resto modulo sono
Nota
Esempio:
- Sono tutti quei numeri che divisi per 5 ci danno resto 2
- Sono tutti quei numeri che divisi per 10 ci danno resto 5
Dato a ∈ Z come facciamo a stabilire in quale classe resto sta?
- La risposta ci viene fornita dal teorema appena dimostrato: = dove r è il resto della divisione di a per m.
- Quindi se m = 5 e a = 22 allora eseguendo la divisione abbiamo 22 : 5 = 4 con resto di 2, ottenendo che = .
- Ricordiamo che la notazione indica la classe di equivalenza modulo , cioè l’insieme di tutti i numeri interi che, divisi per , lasciano lo stesso resto di .
Nel nostro caso:
- : Questa classe contiene tutti i numeri che, divisi per 5, lasciano resto 2. Alcuni esempi sono: 2, 7, 12, 17, 22, …
- : Questa classe contiene tutti i numeri che, divisi per 5, lasciano resto 2. Alcuni esempi sono: 2, 7, 12, 17, …
- le due classi contengono esattamente gli stessi elementi
- In altre parole potremmo dire che
Notiamo che in classe ci sono tutti i multipli di 5 ed in generale in ci sono tutti i multipli di m.
Invarianza rispetto a somma e prodotto
Dato e dati tali che allora prendendo tali che abbiamo che:
Dimostrazione: Ipotizziamo che per ipotesi esistono , tale che e , da questo possiamo dimostrare che:
- + )m (da questo capiamo che qualsiasi sia l’ordine delle lettere avremo sempre dei multipli di m)
- Abbiamo e quindi
- Come si arriva a questa conclusione?
- Sfruttiamo le ipotesi: Ricordiamo che per ipotesi abbiamo:
- quindi
- quindi
- Sostituiamo nella moltiplicazione: Moltiplichiamo membro a membro le due equazioni ottenute al punto precedente:
- Sviluppiamo il prodotto: Svolgendo i calcoli otteniamo:
- Evidenziamo m: Mettiamo in evidenza
m
a secondo membro: - Cosa significa questo risultato?
- Abbiamo dimostrato che la differenza tra e è un multiplo di . Quindi, per definizione di congruenza modulo , si ha:
- Sfruttiamo le ipotesi: Ricordiamo che per ipotesi abbiamo:
- Come si arriva a questa conclusione?
Questo teorema ha dei casi particolari:
- Invarianza rispetto alla somma: Se sommiamo ad entrambi i membri di una congruenza uno stesso numero intero, la congruenza non cambia
- allora
- Invarianza rispetto al prodotto: Se moltiplichiamo ambo i membri di una congruenza per uno stesso numero intero, la congruenza non cambia.
- allora
Come conseguenza di questi 2 casi particolari, dati e visto che e valgono le seguenti proprietà:
- ≡ ossia = )
- ≡ ossia Come conseguenze del punto 2 abbiamo:
- Dati
- Dati allora ossia
- Invarianza rispetto alla somma: Se sottraiamo ad entrambi i membri di una congruenza uno stesso numero intero, la congruenza non cambia
- allora
- Invarianza rispetto al prodotto: Se dividiamo ambo i membri di una congruenza per uno stesso numero intero, la congruenza potrebbe non valere più.
- è vera
- se dividiamo tutto per 2 diventa che è falsa
Come diretta conseguenza dell’invarianza rispetto alla somma abbiamo il seguente teorema:
- Per ogni , prendendo una qualunque sequenza di m interi questa contiene un intero divisibile per m Dimostrazione: Consideriamo allora m interi consecutivi, dove il più piccolo è n, Come abbiamo già dimostrato, le classi di equivalenza della relazione di congruenza modulo m sono , il nostro numero si trova in una di queste classi di equivalenza, supponiamo stia nella classe per . Quindi n ≡ i(mod m) ed allora ovvero Dimostrazione cont. Notiamo allora che se ovvero abbiamo dimostrato il teorema. Se invece , visto che incrementando esattamente volte, con otteniamo che n + (m − i) ≡ i + (m − i)(mod m) ossia . In conclusione, è il numero multiplo di nella sequenza di numeri consecutivi. Esercizi
Divisione modulare
Nei numeri razionali esiste il concetto di “inverso” ovvero preso e 0 esiste un tale che , viene anche denotato con la dicitura .
- se allora Il seguente teorema introduce una nozione simile per l’aritmetica modulare.
Teorema Siano entrambi maggiori di zero. Allora, esiste un elemento tale che se e solo se e sono coprimi. Anche in questo caso l’elemento x viene detto “inverso di a modulo b” e si denota con
- con , abbiamo che = ,
- infatti mod = mod = che è congruo con mod
- con , abbiamo che = ,
- infatti mod = mod = che è congruo con mod
Dimostrazione
Funzione di Eulero
Sia un intero positivo, cioè e vogliamo definire quanti sono i numeri che precedono e che siano coprimi con , da qui definiamo la funzione detta di Eulero:
- La funzione phi di Eulero di n è uguale al numero di numeri naturali x, compresi tra 0 e n (estremi inclusi), tali che il massimo comune divisore tra n e x sia uguale a 1.
- n = 5 : φ(5) = 4 poiché MCD(5, x) = 1, per x = 1, 2, 3, 4.
Formule generali per il calcolo del usata negli esercizi
Ci sono delle formule generali per il calcolo del phi di un numero:
-
Se è un numero primo tutti i predecessori di n sono ad esso coprimi quindi
- φ(5) = 4
- φ(11) = 10
-
Il caso potenza di numero primo, ovvero dove e è primo, tutti i divisori di vanno da e i multipli di sono i multipli di sono i numeri non coprimi con , quindi facendo la differenza tra e otteniamo tutti i numeri coprimi con n ovvero
- φ(8) = φ() = − = 8 − 4 = 4
- φ(27) = φ() = − = 27 − 9 = 18
-
Analizziamo il caso prodotto di due numeri distinti, ovvero n = con entrambi primi. Tra gli interi = ci sono multipli di , ossia , , , … , · e, analogamente multipli di . Tolti i multipli di e di tutti gli altri interi sono ovviamente coprimi con e quindi φ(n) = n − − + 1 = − − + 1 = ( − 1) · ( − 1)
- φ(2 · 3) = (2-1) · (3-1) = 2
- φ(3 · 5) = (3-1) · (5-1) = 8
Il caso numero 3 può essere generalizzato nel seguente modo: Sia dove e sono interi maggiori di zero e coprimi tra di loro. Allora
- φ(4 · 9) = φ() · φ() = 2 · 6 = 12
- φ(5 · 8) = φ() · φ() = 4 · 4 = 16
Formula generale per il calcolo della funzione di Eulero
Utilizzando il teorema di fattorizzazione degli interi possiamo ricavare la formula generale per il calcolo della funzione φ di Eulero. Sia n > 1, consideriamo la sua fattorizzazione Allora
Dimostrazione: dimostriamo il teorema per induzione sul numero dei fattori primi presenti nella fattorizzazione di n. Caso base: se allora sappiamo che è vera per il caso 2 Passo induttivo: Supponiamo il teorema sia vero per ogni intero la cui fattorizzazione presenta primi diversi campiamo che a questo punto la fattorizzazione per sarà uguale a:
- dal teorema abbiamo che: e quindi .
Come possiamo notare il teorema vale sia nel caso base, sia nel passo induttivo e quindi il teorema è dimostrato.
- Quindi . (in questo esempio ho preferito specificare ogni singolo esponente per renderlo più semplice da capire)
Teorema di Eulero
Il seguente teorema, detto Teorema di Eulero, dimostra come la funzione φ di Eulero si possa applicare alla esponenziazione modulare. Siano > , se allora
- infatti e .
Per dimostrare questo teorema dobbiamo enunciare e dimostrare 2 lemmi
Lemma 1:
Sia e sia = cioè l’insieme dei numeri interi positivi minori di e coprimi con . Allora
- a) per ogni esiste tale
- b) =
Dimostrazione:
Punto (a): Dimostrare che ogni elemento di ha un inverso moltiplicativo modulo che appartiene a .
- Concetto chiave Grazie al teorema di esistenza dell’inverso moltiplicativo, sappiamo che ogni ha un inverso tale che: Bisogna verificare che , cioè che sia coprimo con .
- Proprietà utilizzate
- Dalla definizione di , è coprimo con , quindi:
- La proprietà fondamentale dell’inverso moltiplicativo ci garantisce che:
- Verifica che è coprimo con :
- Per definizione, se , allora non può avere un divisore comune con diverso da 1 (altrimenti non sarebbe congruo a 1 modulo ).
- Quindi , e quindi .
Punto (b): Dimostrare che .
-
Definizione di : è l’insieme di tutti gli inversi moltiplicativi modulo degli elementi di .
-
Inclusione : Dal punto (a), sappiamo che ogni elemento di ha un inverso modulo che appartiene a . Questo implica che ogni elemento di è un elemento di .
-
Inclusione : Ogni ha un inverso , ma possiamo considerare a sua volta come un elemento di . Siccome l’operazione di inversione è biunivoca (ovvero ogni elemento ha un singolo inverso), ogni elemento di corrisponde a un elemento di .
-
Conclusione: Poiché e , possiamo affermare che:
Esempio: Per abbiamo e quindi che:
- ,
- . Da questo concludiamo che =
Lemma 2
Siano , tale che . Sia = . Allora,
Dimostrazione:
Per dimostrare che , si procede in due passi:
- Dimostrare che .
- Dimostrare che .
1. Primo passo:
Dimostriamo che ogni elemento di appartiene a .
- Prendiamo un . Per definizione di , esiste un tale che:
con . - Supponiamo, per assurdo, che . Allora avremmo:
cioè dividerebbe . Ma poiché , non può dividere né né , portando a una contraddizione. - Ne consegue che . Dato che , esiste l’inverso di modulo , cioè un tale che:
- Inoltre, poiché , anche ha un inverso modulo , chiamiamolo . Allora possiamo calcolare:
- Dato che , abbiamo che è coprimo con . Questo implica che anche , essendo congruente a , è coprimo con . Quindi:
2. Secondo passo:
Dimostriamo ora che ogni elemento di appartiene a .
- Sia . Questo implica che è coprimo con .
- Poiché , l’intero modulo esiste. Chiamiamolo , ovvero:
- Possiamo riscrivere in termini di :
- Da questa relazione, vediamo che , perché è costruito come , con .
- Dunque .
Conclusione:
Poiché abbiamo dimostrato sia sia , possiamo concludere che:
Esempio: Per e abbiamo che MCD(13,5) = 1, inoltre = applicando la regola otteniamo , risolviamo i moduli:
- = =
- = =
- = =
- = = Quindi
Continuare con le slide da 122 fino a 135
Applicazioni dell'aritmetica modulare
La prova del 9
La prova del nove è una verifica di correttezza del risultato di una operazione aritmetica tra numeri interi, ricordando la definizione di radice numerica questo è il teorema che definisce la prova del 9: Teorema: dati abbiamo che:
- Esempio: per verificare che è giusto facciamo così:
- Gli ultimi 2 risultati sono sbagliati quindi la moltiplicazione è stata fatta nel modo errato (il vero risultato di è )
Teorema: dato abbiamo che:
- la radice numeri di un qualsiasi numero è congrua modulo .
Dimostrazione: per il Teorema di divisibilità del sappiamo che dato , se è la somma delle sue cifre allora è divisibile per , ossia esiste un tale che . Quindi, ottengo che . Reiterando, se è la somma delle cifre di otteniamo quindi . Fermiamo il processo di somma delle cifre quando otteniamo un numero con una sola cifra (ovvero la radice numeri di ) quindi concludiamo che
- infatti